
ARCHITETTURA
BIOCLIMATICA |

La crescita dei costi economici ed ambientali delle fonti di energia
tradizionali, i problemi legati all'inquinamento dell'aria nelle grandi città,
l'eventualità dell'esaurimento di alcune fonti di combustibili a fronte di una crescita
del fabbisogno di energia, sono alcuni dei fattori che hanno stimolato negli ultimi anni
la ricerca e la sperimentazione nel campo delle tecnologie per lo sfruttamento delle fonti
di energia alternative e rinnovabili. I rilevamenti sulla qualità dell'aria
effettuati nelle grandi città, hanno dimostrato come l'utilizzo di combustibile per il
riscaldamento degli edifici sia la causa principale dell'alto tasso di inquinamento
dell'aria.
La necessità di ridurre i consumi energetici ha portato perciò, negli
ultimi anni, al varo di una serie di normative volte sia ad incentivare anche tramite
contributi economici, il ricorso ad impianti ad alto rendimento, sia a stimolare la
realizzazione di un'edilizia nuova attenta ai consumi energetici e a riqualificare, sempre
dal punto di vista energetico, quella esistente.
Si è anche giunti ad elaborare un nuovo modo di concepire, progettare
e costruire gli edifici, sia dal punto di vista architettonico che strutturale che va
sotto il nome di Architettura bioclimatica.
Ponendo particolare attenzione all'interazione dell'edificio con
l'ambiente circostante, le caratteristiche costruttive e strutturali, e i materiali
impiegati vengono attentamente determinati per sfruttare al meglio gli apporti energetici
che l'ambiente esterno è in grado di fornire.
Diventa così possibile, a seconda delle condizioni esterne, sfruttare
gli apporti gratuiti per ridurre di una quota sensibile (e per alcuni periodi dell'anno
totalmente) il fabbisogno energetico dell'edificio.
Mentre i sistemi classici di captazione della radiazione solare
(collettori e pannelli fotovoltaici, i cosiddetti "sistemi solari attivi") sono
una tecnologia ormai consolidata, va facendosi strada l'utilizzo dei sistemi solari
passivi, ovvero il ricorso alle stesse strutture edilizie per captare, dissipare,
accumulare e distribuire in modo controllato l'energia tecnica connessa alla radiazione
solare. Materiali isolanti trasparenti di nuova concezione permettono ai raggi
del sole di riscaldare le pareti e l'ambiente interno e, allo stesso tempo, trattengono il
calore che verrà immagazzinato nelle strutture e restituito durante la notte.
Ampie finestrature di spessore e materiale opportuno e munite di
sistemi di oscuramento automatizzati, permettono di sfruttare al meglio la luce e il
calore che il sole offre, senza tuttavia disperdere troppo calore verso l'esterno. Va
inoltre sempre più diffondendosi la costruzione di vere e proprie serre a ridosso di una
parete perimetrale che nella stagione invernale, captano le radiazioni solari e
trasferiscono il calore all'edificio.

Se il sole può fornire per parte dell'anno l'energia necessaria, è
pure vero che nei periodi più sfavorevoli non riesce a soddisfare l'intero fabbisogno
energetico. Tutte queste soluzioni architettoniche sono perciò affiancate da soluzioni
impiantistiche efficienti ed economiche nella loro gestione: ad esempio la climatizzazione
e la produzione di acqua calda sanitaria realizzata con pompe di calore. Questa tipologia
impiantistica, qualora gli apporti gratuiti solari fossero insufficienti, permette di
soddisfare il fabbisogno energetico estivo ed invernale, con consumi estremamente ridotti.
Possiamo perciò individuare quattro tipi di edifici a seconda del tipo
di consumo energetico:
1) Edifici ad alta dispersione termica (con conseguente alto
fabbisogno energetico): sono gli edifici costruiti fino a ieri senza vincoli riguardo alla
coibentazione delle strutture.
2) Edifici a bassa dispersione termica: sono gli edifici
costruiti secondo precisi criteri sia di coibentazione sia relativamente ai rendimenti
minimi degli impianti termici previsti dalla Legge n. 373/1976 e la più recente Legge n.
10/1991.
3) Edifici a basso consumo energetico: dotati di sistemi solari
passivi ed attivi e di un'impiantistica evoluta, consentono elevati risparmi energetici.
Sono edifici ancora poco diffusi ma rappresentano l'evoluzione più probabile nel prossimo
futuro delle nostre abitazioni.
4) Edifici a energeticamente autonomi: a zero consumo
energetico, utilizzano unicamente fonti rinnovabili e tecnologie costruttive
d'avanguardia. Esistono solo come prototipi e centri sperimentali a causa dell'elevato
costo dei materiali e degli impianti.
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